La Gratiola officinalis L. è una specie a distribuzione eurasiatico-sudeuropea presente in tutte le regioni dell’Italia centro-settentrionale salvo che in Valle d’Aosta. Non più ritrovata in tempi recenti in Campania e nel sud della penisola, assente anche in Molise, Basilicata Calabria e Sicilia. Cresce lungo le rive di corsi d’acqua, stagni, in giuncheti, su suoli da umidi a periodicamente sommersi a partire dal livello del mare fino ad arrivare agli 800 metri circa e in alcuni casi fino ai 1470 metri.
Descrizione
È una pianta erbacea perenne, con un’altezza che varia dai venti ai cinquanta centimetri, appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae. Il rizoma è orizzontale; il fusto è eretto, tondo alla base, incavato, angolare, glabro, con pochi rami basali; le foglie sono verdi, opposte, sessili, lanceolate, dentate verso la parte superiore del fusto. La fioritura, visibile all’apice dei fusti, inizia nel mese di maggio e si protrae fino al mese di settembre. I fiori sono solitari e posizionati all’ascella delle foglie superiori, presentano il peduncolo più breve della foglia, il calice è pentapartito con alla base due brattee lineari più lunghe dello stesso, la corolla è tubulosa e bilabiata, il tubo è di colore pallido violetto alla fauce, all’interno di colore giallo con labbro superiore bilobato mentre quello inferiore trilobato. Il frutto è una capsula obcuneata a base quadrata.
Utilizzi e proprietà
In passato la Gratiola officinalis L. veniva utilizzata per la cura di gotta, ascite, malattie della pelle e del fegato, oggi in disuso a causa della sua tossicità.
Possiede proprietà purgante, diuretica, cardiotonica, ed emetica. Il principio attivo esercita una duplice azione: cardiocinetica, simile a quella della digitale ed un’azione diuretica e purgativa.
Indicata dalla fitoterapia in situazioni patologiche quali stipsi, cirrosi, edemi cardio-renali, gotta, dermatosi, parassitosi intestinali, se utilizzata in eccesso provoca vomito, coliche con diarrea, aborto, danni ai reni, emorragia intestinale, tremori delle estremità, arresto cardiaco.
L’importanza delle zone umide
La Graziella è una specie tipica delle zone umide ossia di quegli ambienti che oltre ad essere serbatoi di biodiversità, forniscono un’elevata quantità di servizi ecosistemici, quali la regolazione dei fenomeni idrogeologici o la fissazione del carbonio presente nella biosfera, con conseguente mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.
Sebbene sia ovvia per tutti l’importanza della salubrità dell’acqua che sgorga dal rubinetto di casa, non è altrettanto immediato considerare l’importanza della qualità degli ecosistemi acquatici che assicurano un bene così prezioso come l’acqua, sia per l’uso potabile che agricolo. Oltre all’approvvigionamento idrico sono numerosi i servizi ecosistemici resi dalle zone umide.
Ambienti tra i più produttivi al mondo, costituiscono infatti, luoghi di sosta o di passaggio per molte specie di uccelli migratori, nonché aree di rifugio per numerose altre specie legate agli ecosistemi acquatici. Proprio per queste funzioni, la loro tutela è considerata prioritaria a livello internazionale.
Il Pan
Il Piano d’Azione Nazionale (Pan) per l’Uso sostenibile dei Prodotti Fitosanitari (adottato con DM 22/01/2014 in attuazione al Decreto Legislativo 14 agosto 2012 n.150), avendo come obiettivo generale anche quello della salvaguardia dell’ambiente acquatico, delle acque potabili e della biodiversità, prevede misure specifiche finalizzate a regolamentare l’uso di prodotti fitosanitari pericolosi per le specie e gli habitat, con particolare riguardo per quelle tutelate nelle Zone umide di importanza internazionale riconosciute ai sensi della Convenzione di Ramsar, 1971.
A cura di Fabiano Ermini e Roberta Zirone per l’Associazione Hortus Simplicium