Il “genio religioso” di Francesco d’Assisi? Sta nella sua piccolezza. A partire dalle parole di Gesù nel brano evangelico della Messa, quelle in cui Cristo benedice il Padre per aver rivelato ai piccoli i misteri del suo Regno, il vescovo Domenico ha richiamato la figura del santo “nume tutelare” della valle reatina appunto nella sua dimensione di “bassezza”.
Al santuario di Greccio si è svolta, nel pomeriggio del 4 ottobre, la celebrazione culminante dell’Ottobre Francescano. Vi erano raccolti i fedeli del luogo e tanti altri della terra benedetta dalla memoria del Poverello di Assisi. Diverse le autorità civili e militari e i sindaci della valle in fascia tricolore.
All’altare, con monsignor Pompili, il padre guardiano del santuario, che ha rivolto il saluto all’inizio, e altri frati.
Proprio al messaggio di Greccio, quello del primo presepe realizzato dal santo (di cui si avvicina ormai la celebrazione dell’ottavo centenario, nel 2023), ha voluto rifarsi il presule nell’omelia: in esso emerge tutta la “grandezza” del mistero di Dio che si fa “piccolo”. Un valore che parte dalla spiritualità profondamente evangelica, cristiana, per estendersi a un significato di carattere universale che unisce credenti, diversamente credenti, non credenti.
A suggellare la “tutela spirituale” del santo di Assisi sulla terra che costituisce la sua “seconda patria”, al termine della liturgia, il gesto compiuto da monsignore all’esterno: dalla balconata del santuario, la preghiera per la pace e l’armonia in Italia e nel mondo intero e la benedizione alla valle impartita con la reliquia di san Francesco.