Il ritorno alla fonte per il mondo francescano. E la fonte è quella forma vitæ che san Francesco scrisse qui nella valle reatina. Nel cammino verso l’appuntamento del 2023, quando ricorrerà l’ottavo centenario della Regola bollata e del presepe, avvio di una scia di altri eventi francescani a segnare otto secoli (nel 2024 le stimmate alla Verna, nel 2025 Il Cantico delle Creature, nel 2026 la morte del santo), il pellegrinaggio organizzato dai Frati Minori del centro Italia che ha voluto intanto ricordare gli ottocento anni della Regola precedente composta da san Francesco: quella non bollata, nel senso che non venne sottoposta alla “bollatura” pontificia. Eppure con Onorio III il Poverello d’Assisi interloquiva, come col suo predecessore Innocenzo III che aveva già approvato solo in forma orale la sua esperienza spirituale. E papa Onorio si trovava spesso a Rieti in quel tempo.
A Rieti dove il santo transitava in quel 1221, e poi a Fonte Colombo dove, due anni dopo, avrebbe poi scritto la definitiva “costituzione” dell’ordine, si sono fatti pellegrini martedì i Frati Minori delle quattro province dell’Italia (quelle di Lazio-Abruzzo, Umbria, Toscana e Marche). Invito esteso anche agli altri francescani (cappuccini e conventuali) presenti in diocesi (a Leonessa e nella fraternità minoritica di San Rufo) e i confratelli Minori della Puglia operanti ad Accumoli. E dalla curia generalizia a Roma è giunto anche il ministro generale dell’Ordine, padre Michael Perry.
Facendo memoria della presenza del santo al Palazzo papale (non esattamente quello attuale) e nella Cattedrale (allora in fase di costruzione la basilica superiore, che lo stesso Onorio III avrebbe poi consacrato nel 1225), proprio qui si sono ritrovati i religiosi, radunati sotto gli archi del Palazzo per poi spostarsi in chiesa per la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Domenico.
Da monsignor Pompili l’invito ai francescani a riandare alle «sorgenti» della primitiva vocazione, di cui la terra reatina custodisce le origini. Quelle «tre le cose che fanno la Regola ancora contemporanea», che secondo don Domenico sono la predicazione, la preghiera e la povertà. Predicazione «che deve essere kerigmatica e non moralistica», preghiera che per essere autentica deve saper ben contemperare l’aspetto individuale e quello comunitario, povertà «che non è solo stare con i poveri ma è anche essere poveri».
La giornata dei frati è poi proseguita a Fonte Colombo, per la “celebrazione itinerante della Regola” e il pranzo in fraternità.
Fonte: Frontiera