Il 2 ottobre, festa dei Santi Angeli Custodi, il vescovo Domenico ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica nel santuario francescano di Poggio Bustone, al termine della quale è stata accesa la Lampada della Pace, presso l’omonimo tempietto che si trova a pochi metri dal convento, sulla strada che conduce al Sacro Speco.
Numerosi fedeli hanno preso parte alla suggestiva celebrazione, animata dalle sorelle e i fratelli dell’Ordine Francescano Secolare e dai Postulanti di Fontecolombo.
Il vescovo nell’omelia ha parlato della particolare devozione di Francesco verso i santi Angeli. Una festa difficile da capire per l’uomo contemporaneo, portato piuttosto a leggere il mondo come “appiattito” sulle realtà materiali. Sembrano cose da bambini, non è facile credere a queste realtà invisibili degli spiriti beati. Sappiamo invece quanto san Francesco fosse devoto ai santi Angeli e in particolare a san Michele da cui invocava la protezione dal male.
Un bambino si affida completamente ai propri genitori, non potrebbe vivere senza di essi, così noi ci affidiamo alla protezione e alla custodia dei santi Angeli che ci guidano nel cammino.
L’Angelo è un messaggero e dunque parla in nome e per conto di Dio; da qui l’invito ad ascoltare la sua voce e a non ribellarsi al suo volere. Tutto ciò ci rivela una costante del nostro Dio: la sua prossimità e vicinanza, di cui gli angeli sono segno e testimoni. Francesco è l’alter Christus anche perché ci rivela questa dimensione dell’agire del Padre nei nostri confronti.
Non siamo lasciati soli a combattere e a scegliere la via giusta da seguire. Un messaggio molto difficile da comprendere oggi, perché la consapevolezza di essere padroni del nostro tempo, del nostro domani, responsabili di ciò che saremo grazie alle nostre competenze, fatica professionale, studio, lavoro e così via, alberga nel cuore di ciascuno di noi.
Forse per questo, nell’immaginario collettivo, di angeli custodi si parla in riferimento ai bambini che sono indifesi e non sanno dove andare, non sono in grado di autoguidarsi. Noi, adulti vaccinati dalla vita, siamo al timone delle nostre giornate e di tutto quello che facciamo e non facciamo. Tutto in fondo ci appartiene e dipende da noi. Poi, però, ci si accorge quanto questa presunzione sia debole e incerta, perché le vicende della vita si incaricano di distruggere tanti sogni e prospettive ritenute sicure perché gestite bene dalle nostre mani.
Allora comprendiamo quanto ci dice Gesù a proposito del sentirci padroni di noi stessi e del nostro domani: se non vi farete come bambini non entrerete nel regno dei cieli. Come dire: se non ti mantieni umile e cosciente delle tue debolezze e invece spadroneggi, quasi che tu sia al centro di tutto, alla fine ne paghi le conseguenze, che possono essere molto dolorose. In fondo gli angeli ci dicono che dobbiamo essere umili e docili e fidarci della provvidenza di Dio.
Al termine della concelebrazione eucaristica ci siamo recati al tempietto della Pace per la preghiera e l’accensione della lampada da parte del guardiano padre Renzo Cocchi e dei due sindaci Deborah Vitelli e Michele Paniconi, rispettivamente di Poggio Bustone e Rivodutri.
Si è aperto, con questa bellissima celebrazione, il triduo in onore di san Francesco che culminerà, domenica 6 ottobre, con la processione nel bosco del santuario di Greccio.
Da Frontiera