Il penultimo affresco nel chiostro del Santuario di Poggio Bustone ci descrive l’episodio delle stimmate che Francesco ha ricevuto dal Signore sul monte de La Verna. Narrano i suoi biografi che nell’approssimarsi della festa della Santa Croce, il 14 settembre del 1224, il Poverello riceve “l’ultimo sigillo” due anni prima della morte.
Il santo ha una visione: vede un serafino confitto in croce in atteggiamento dolente, ma con sguardo benevolo; il suo cuore si riempie di gioia mista a dolore. Quando la visione scompare Francesco ha nelle mani e nei piedi non delle ferite, ma i chiodi stessi, e nel costato una ferita sanguinante. L’affresco cinquentesco ci mostra il santo con le braccia aperte e dei raggi scaturiti dal Serafino vanno a colpire le membra di Francesco. L’immagine apparentemente ingenua vuole sottolineare invece come Francesco è l’esatto corrispondente di Cristo, dove l’amante diventa a somiglianza dell’Amato.
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L’ultimo sigillo
Dopo essersi occupato per anni della croce e avere sviluppato una sensibilità sempre più acuta verso quel dolore, san Francesco ebbe nella carne l’impressione delle Stimmate di Cristo crocifisso
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