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L’oleandro

Il suo nome generico anticipa la forma delle sue foglie mentre quello specifico si riferisce al loro frequente arrossamento insieme ai suoi fusti: caratteristiche che nel tempo lo hanno reso indispensabile per abbellire orti e giardini e non poteva di certo mancare all’Hortus Simplicium

Il Nerium oleander L. è una specie che appartiene alla famiglia delle Apocynaceae. Originario dell’Europa, Africa e Asia cresce spontaneo nel sud Italia, prediligendo boschi rivieraschi, greti dei torrenti dai 0 ai 300 metri sul livello del mare. La sua diffusione si deve alla sua versatilità come pianta ornamentale, grazie alla sua adattabilità a qualsiasi tipo di suolo, alla resistenza a lunghi periodi di siccità, alle basse temperature e ad ambienti ostili come strade ed autostrade, dove viene spesso impiegato come spartitraffico.

Descrizione
L’oleandro è un arbusto sempreverde a portamento cespuglioso che può raggiungere un’altezza di sei metri, con fusto eretto e ramificato fin dalla base. I rami giovani sono lisci e pruinosi.
Le foglie sono persistenti, semplici, coriacee, picciolate, con nervature marcate e patenti, la pagina superiore è lucida mentre quella inferiore è più chiara e grigiastra; inserite nel ramo in modo opposto o verticillato.
La fioritura avviene da maggio a luglio; le infiorescenze sono terminali, riunite in cime corimbose, portanti fiori ermafroditi, pentalobati di circa cinque centimetri di diametro, tubulosi con petali semplici o doppi, peduncolati e di colore bianco, rosa o rosso carminio più o meno profumati. Il frutto è un follicolo eretto e fusiforme, lungo fino a venti centimetri, che a maturità si apre spargendo semi densamente pelosi con pappi brunastri atti a favorirne la dispersione.

Proprietà e utilizzi
La famiglia delle Apocynaceae comprende molti membri che producono tossine chiamate cardenolidi. Molte di queste specie hanno una tossicità significativa, sfruttata dall’uomo per avvelenare frecce, per ordalie, per omicidi e suicidi. Tali sostanze sono state sfruttate anche da alcuni insetti, tolleranti le tossine e in grado di immagazzinarli nelle proprie cellule, procurandosi così una protezione dai predatori.
L’oleandro è una pianta velenosa in tutte le sue parti per la presenza di alcaloidi tossici, ma in particolare le foglie contengono glucosidi, oli eterei e acidi organici.
Si utilizza in farmacopea come cardiotonico per la presenza di Oleandrina o Folinerina che hanno proprietà simili alla Digitale.
Occorre quindi molta prudenza nell’uso domestico di questa pianta perché in dosi sbagliate può essere mortale; anche i fumi emanati dal legno, se usato per alimentare il fuoco del camino, possono risultare tossici.
L’avvelenamento si manifesta prima con sintomi a carico dell’apparato intestinale con diarrea, gastrite, vomito e rallentamento dell’attività respiratoria, segue irregolarità cardiaca e perdita della conoscenza fino alla morte.

A cura di Fabiano Ermini e Roberta Zirone dell’associazione Hortus Simplicium 

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