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Riconoscersi fragili, non rinunciare alla ragione, ricordarsi del Signore: tre consigli ispirati alla vita di san Francesco per affrontare questi giorni difficili

san francesco

Ieri sera, al termine della recita del rosario in diretta streaming dalla Cattedrale di Rieti, il vescovo Domenico, prendendo esempio dalla vita di san Francesco ha condiviso alcuni utili consigli per vivere meglio questi giorni difficili.

«San Francesco era di salute piuttosto gracile. Negli ultimi anni della sua vita fu affetto da varie malattie, tra cui, subito dopo il viaggio in Egitto nel 1219, un tracoma, malattia infettiva molto contagiosa che colpisce gli occhi. 

L’infermità gli impediva di muoversi liberamente e doveva essere accompagnato e custodito. La malattia si aggravava di giorno in giorno e sembrava peggiorare per la mancanza di cure, finché frate Elia lo costrinse a non rifiutare i rimedi della medicina in nome del figlio di Dio.

I medici migliori erano quelli presso la Curia Pontificia, che in quel periodo si trovava a Rieti accompagnando papa Onorio III, e fu proprio nella Valle Reatina che san Francesco fu condotto per essere curato. Il Poverello, a dire il vero, non si sottrasse alle arti di un famoso medico, ma non ne ottenne grandi benefici. Quando, ormai prossimo alla morte, Francesco sperimentò tutta la sua fragilità, volle trasfonderla in una preghiera: il Cantico di frate Sole.

Ricavo, dalla malattia di Francesco e dalla sua maniera di sopportarla, tre indicazioni per l’oggi. La prima: Francesco, che in gioventù aborriva ogni limite, spavaldo affrontava la vita, riconosce strada facendo che proprio nella fragilità sta la manifestazione della verità. Non è forse quello che stiamo vivendo un bagno di umiltà rispetto ai nostri deliri di onnipotenza? 

La seconda: Francesco all’inizio è riluttante a farsi curare, ma poi accoglie il consiglio altrui, e confidando nel Signore non disprezza la medicina in nome di un malinteso fideismo. La fede è indispensabile, ma senza mai rinunciare alla ragione.

La terza: anche nelle tenebre più fitte, vi è il Signore che illumina la notte. Proprio come nella Veglia Pasquale il Cantico di frate Sole, altro non è che un cantico pasquale che coinvolge la stessa creazione. Prepariamoci a vivere la Pasqua, quest’anno non sarà possibile viverla in modo rituale ma solo in chiave esistenziale.»

 

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