Un Admirabile signum dell’esperienza cristiana. Impossibile celebrare gli 800 anni del primo presepe senza guardare all’esortazione apostolica firmata da papa Francesco a Greccio nel dicembre 2019. Un punto di riferimento imprescindibile per un’esperienza che assume innumerevoli sfaccettature: teologiche, culturali, sociali, ma anche turistiche.
Sul filo di questa consapevolezza, la diocesi di Rieti e l’Agenzia nazionale per il turismo hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per allargare la conoscenza della Valle Santa e del particolare mosaico di valori spirituali, ambientali e artistici che la caratterizzano anche oltre i confini del Paese.
Il patto è stato presentato lo scorso mercoledì nella sede romana dell’Enit e ha offerto l’occasione per guardare a tante preziose sinergie nate attorno a una ricorrenza importante non solo per il Reatino, ma per tutte le realtà che nel mondo fanno riferimento a san Francesco.
La conferenza stampa ha visto al tavolo il vescovo di Rieti Vito Piccinonna e il suo predecessore sulla cattedra reatina, ora vescovo di Verona, Domenico Pompili, in veste di delegato Cei per gli ottocentenari francescani 2023-26, insieme a tanti interlocutori coordinati da Enrico Bressan di Fondaco Italia.
Ad aprire i lavori il saluto della padrona di casa Ivana Jelenic, amministratore delegato Enit, che ha parlato dell’intesa con la diocesi di Rieti come di un’opportunità per far conoscere una proposta di assoluto valore e dai contenuti universali, da veicolare per far scoprire al resto del mondo luoghi meno conosciuti, ma allo stesso modo imperdibili.
Tra gli intervenuti, anche l’assessore regionale alla ricostruzione Manuela Rinaldi, che ha messo in rilievo il potenziale di un territorio pronto a sbocciare dopo anni di isolamento perché nel frattempo è cambiata la sensibilità e tante persone sono oggi alla ricerca di piccoli gioielli come la Valle Santa. Un’intuizione che il progetto diocesano della Valle del Primo Presepe porta avanti da diversi anni anche grazie al sostegno della Regione Lazio, il cui impegno è stato ribadito dall’assessore alla Cultura Simona Renata Baldassarre, che ha parlato dell’esperienza del presepe anche in prospettiva europea e come elemento di coinvolgimento per tanti giovani.
Cose ben presenti nella testa di monsignor Pompili, che ha posto l’accento sulle tante sinergie con i Comuni di Greccio e Rieti, i Frati Minori, la Fondazione Varrone, l’Associazione italiana Amici del Presepio, per poi fare un bilancio delle tante iniziative promosse in sette anni. Una quantità che dice l’impegno a creare un sostrato culturale, una consapevolezza più autentica sulla spiritualità della Valle Santa. E poi un ringraziamento speciale a monsignor Piccinonna, che ereditando la cattedra di Rieti ha dato continuità ai progetti in cantiere.
«Penso che questo sia davvero un momento di ripartenza», ha detto Piccinonna ringraziando a sua volta Pompili con «grande amicizia e fraternità». A partire dall’esortazione apostolica Admirabile signum firmata da papa Francesco proprio a Greccio, il vescovo di Rieti ha poi annunciato il progetto di promuovere il presepe «dove l’uomo vive, gioisce, soffre, spera: in tutte le case, in tutte le città, in tutte le scuole, nelle carceri, negli ospedali». Una proposta senza imposizioni per ricordare che Dio sì è incarnato per essere più vicino all’uomo e mostrare la dimensione della compassione, della fraternità, della salvezza.
Una prospettiva subito accolta da fra Simone Castaldi, presente in rappresentanza della Provincia San Bonaventura dei Frati minori, spiegando che il presepe offre un’occasione unica per riscoprire il volto autentico di San Francesco. Oltre al valore spirituale, l’Admirabile signum ne incarna la visione sociale e mettendo in scena la povertà di Gesù afferma nella minorità la chiave di un mondo più pacifico e giusto.
Tanti messaggi che troveranno forma a Natale, in piazza San Pietro e nell’Aula Paolo VI, con i presepi che saranno realizzati dalla diocesi. Le opere s’inseriranno sulla scia del recente incontro di papa Francesco con gli artisti, grazie al loro coinvolgimento e a quello delle maestranze. Il progetto si concretizzerà grazie al contributo di partner come Almaviva, Orsoni, iGuzzini, al rapporto con istituzioni come Unindustria Roma e Roma Lazio film commission, e la media partnership di Rai cultura.
Fonte: Lazio Sette Avvenire