Un secondo frate reatino ricevuto da nella prima fraternità fu il cavaliere Angelo Tancredi. Il Celano lo descrive come una delle quattro colonne alle quali Francesco si appoggiava. Quest’uomo era certo un cavaliere, ma soprattutto era ricolmo di una grande nobiltà spirituale. Quando Francesco si incamminò verso Roma andando dal Papa per l’approvazione della sua forma vitae nel 1209, a Rieti farà la conoscenza di Angelo che, stando al racconto dell’Anonimo Reatino, il Poverello inviterà a sostituire la corazza con la croce di Cristo e la preziosa cintura con una corda: il santo lo trasformerà in un cavaliere di Cristo. Angelo era noto tra i frati per la sua cortesia e per la grande umanità. Divenne uno dei custodi privilegiati di Francesco malato, vicino a lui negli ultimi due anni di vita; fu accanto anche a Chiara nei momenti che ne precedettero la morte. Lo ritroviamo poi a Greccio, dove insieme a frate Leone e a frate Rufino, invierà al generale Crescenzio da Iesi la famosa lettera dell’agosto 1246. Angelo fu un uomo di santità feriale, dove la cortesia e il servizio dei fratelli, furono la strada privilegiata per amare l’Altissimo bon Signore.
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Il cavaliere Angelo Tancredi
Una vetrata di P. A. Farina, nel santuario di Greccio, ricorda la figura del beato Angelo Tancredi, uno dei primi dodici compagni di san Francesco. Nato a Rieti , fu al capezzale di santa Chiara