Dalle biografie di san Francesco, come anche da alcune immagini, sappiamo che egli non era fisicamente attraente. Questo suscitava anche la meraviglia dei suoi frati, tant’è che nei Fioretti leggiamo di come frate Masseo gli chiese: «Perché a te, perché a te, perché a te?». Il santo aveva risposto: «Cosa vuoi dire con questo?». Frate Masseo continuò: «Dico, perché a te tutto il mondo viene dietro, e ogni persona pare che desideri vederti, udirti e obbedirti? Tu non sei bello nel corpo, non sei di grande scienza, tu non sei nobile; dunque perché a te tutto il mondo viene dietro?».
Rispose Francesco: «Vuoi sapere perché a me tutto il mondo viene dietro? Perché non hanno veduto fra i peccatori uno più vile di me!».
In un affresco del chiostro di Poggio Bustone c’è un dipinto che racconta di un frate che vede nel cielo sette troni, dei quali quello al centro è il più splendente. Chiede all’angelo dietro di lui a chi appartenga, e il messo celeste risponde che un tempo apparteneva a Lucifero che lo perse per la sua superbia; ora è stato riservato a Francesco in forza della sua umiltà. Joseph Ratzinger affermò che Francesco è il santo più vicino al cuore di Dio, e che i frati possono ereditarne il carisma, ma che non potranno mai raggiungerlo! Da sempre il Poverello, per il suo grande amore per Cristo, viene chiamato “padre Serafico”. Quello che è necessario allora, non è l’aspetto esteriore che oggi sembra una priorità assoluta, ma la bellezza interiore, perché solo questa ci rende testimoni credibili dell’Altissimo.