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Ai nastri di partenza la terza edizione: attesa e fermento per l’inaugurazione di oggi pomeriggio

Si apre oggi la terza edizione della “Valle del Primo Presepe”: al centro dell’iniziativa il borgo dove nel 1223 san Francesco rappresentò la storia del «Bambino nato a Betlemme» e che papa Bergoglio visiterà domani

Edizione numero tre, a Rieti, per “La Valle del Primo Presepe” che nella terra segnata dalla presenza di san Francesco punta a richiamare l’attenzione su quella che è un po’ la punta di diamante della propria identità spirituale e culturale: appunto la “Natività ricreata” con cui il Poverello d’Assisi rese famoso nel mondo il nome di Greccio.

E proprio domani pomeriggio il Pontefice sarà in visita nella cittadina laziale presso il Santuario del presepe. Un avvenimento quello di Greccio che, stando al primo biografo del santo, Tommaso da Celano, suscitò una grande gioia in quel Natale del 1223 quando Francesco volle «rappresentare il Bambino nato a Betlemme ». E il progetto, nato nel 2017 su impulso della diocesi – in collaborazione con le amministrazioni comunali reatina e grecciana e il contributo della Regione Lazio, della Fondazione Varrone e di diverse entità pubbliche e private –, «vuol sortire lo stesso effetto: donare gioia a chi verrà a Greccio e a Rieti», ha detto il vescovo Domenico Pompili nella conferenza stampa con cui è stata presentata questa terza edizione. A caratterizzarla, ha spiegato Pompili, tre “ingredienti”: l’arte, la musica, la luce.

L’arte dei presepi che caratterizzeranno diversi luoghi del capoluogo sabino, assieme al borgo di Greccio, a partire da quello monumentale che sarà inaugurato oggi sotto gli archi del Palazzo Papale: l’istallazione del maestro presepista lucano Francesco Artese, che dopo aver realizzato lo scorso anno la rappresentazione della Natività di Greccio (in esposizione permanente negli spazi sottostanti l’episcopio) dedica stavolta la sua opera a un altro dei santuari francescani della valle reatina, quello di Poggio Bustone, e al relativo messaggio del perdono. E poi il presepe Antinori – pregevole composizione lignea di scuola abruzzese di fine Seicento – e i presepi della Polonia – la nazione ospite quest’anno – nel salone papale, l’icona bizantina «Natività nella valle santa» a Sant’Agostino, due pezzi di pregio (il suggestivo presepe innevato dell’Aiap e quello napoletano di proprietà della famiglia Blasetti) all’oratorio San Pietro Martire, altri due (quello settecentesco e il presepio “Roma ’800”) in Cattedrale, l’installazione d’arte di Bambinelli creati dai ragazzi autistici della onlus Loco Motiva a Sant’Eusanio, oltre alle esposizioni del concorso delle scuole in San Domenico e del contest presepiale nell’attiguo chiostro della Beata Colomba.

Quindi la musica, cominciando dall’evento inaugurale che al teatro Vespasiano, oggi pomeriggio, vedrà esibirsi vari artisti (tra cui Michele Zarrillo e Suor Cristina) con gli studenti del Liceo musicale, e poi vari concerti e rassegne, fino all’evento finale del 5 gennaio in teatro con il coro Mani Bianche di Roma. Infine la luce di Stargate Planetarium, una novità attesa per il 29 dicembre.

Rievocazioni di arti e mestieri medievali in città, il percorso artistico-culturale a Greccio tra centro storico, santuario francescano e Museo internazionale del presepe, oltre all’immancabile rievocazione storica del Natale 1223, completano l’offerta (i dettagli sul sito valledelprimopresepe. it) che rendono davvero meritevole, nelle prossime settimane, una visita alla terra reatina.

Da Avvenire

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