In commercio è possibile reperire una varietà “migliorata” del Timo selvatico che trova le sue origini nelle regioni occidentali del bacino Mediterraneo. Il timo viene infatti coltivato su larga scala in tutto il mondo per il suo prezioso olio essenziale e come pianta utile sia per abbellire aiuole in giardino, orti e profumare i piatti della nostra tradizione. Predilige crescere in terreni leggeri, calcarei e ambienti aridi e assolati resistendo fino agli 800 metri di altitudine.
Descrizione
Il Thymus vulgaris L. è una pianta perenne legnosa, dall’odore molto intenso. La sua altezza varia dai 10 ai 60 centimetri; i fusti hanno una forma quadrangolare, sono dritti e ricchi di rami, i quali tendono a lignificare oltrepassati i 5 anni di vita, dando forma a densi cespugli dall’aspetto ingrigito.
Le foglie dal caratteristico colore grigio-verde e dalla forma di una lancia sono disposte in modo opposto l’una rispetto all’altra e tendono a ripiegarsi lungo il bordo.
La fioritura del timo avviene da maggio a giugno regalandoci infiorescenze formate da tanti piccoli fiori di colore che vira dal bianco al rosa, molto apprezzati e visitati dagli insetti impollinatori, soprattutto dalle api.
Proprietà e utilizzi
L’utilizzo di questa specie a cui vengono attribuite numerose proprietà risale a tempi antichi.
Il suo impiego alimentare è dovuto non solo alle sue proprietà aromatiche ma anche a quelle antisettiche che facilitano da sempre la conservazione dei cibi. Uno dei suoi principi attivi più caratteristici è il timolo, un composto fenolico contenuto in tutte le parti della pianta e responsabile delle proprietà antibatteriche e dell’inconfondibile profumo. Raccomandato in caso di problemi respiratori, come bronchiti, pertosse e pleurite; in caso di cattiva digestione e contro il mal di testa. Trova impiego, come tonico, nelle infezioni croniche, specialmente nelle micosi mentre in cosmesi viene utilizzato come rinforzante dei capelli. L’utilizzo dell’olio essenziale a livello topico viene consigliato a chi soffre di dolori reumatici ed artritici. Essendo ricco in ferro costituisce un ottimo integratore per tutti coloro che soffrono di anemia. Combatte la stanchezza e stimola la circolazione sanguigna. Possiede quindi un effetto tonico per tutti quei soggetti che ne hanno bisogno, come i convalescenti, ma al contempo è in grado di produrre effetti calmanti favorendo per esempio il sonno.
L’aceto dei quattro ladroni
Fra le varie leggende che accompagnano questa pianta, si racconta che nel 1630, nella città di Tolosa, durante un’epidemia di peste, vi erano quattro ladri che immuni da qualsiasi contagio saccheggiavano le abitazioni e depredavano i cadaveri. Una volta catturati furono condannati ma riuscirono ad avere salva la vita confessando di essere scampati al contagio cospargendosi il corpo con un macerato di timo, lavanda e rosmarino con aceto.
A cura di Fabiano Ermini e Roberta Zirone per l’Associazione Hortus Simplicium