Sulla scia dell’entusiasmo suscitato dalla lettura del Libro del Pellegrino de Johannes Jørgensen, il giovane intellettuale Venanzio Varano (Rieti, 1895 – Roma 1940) intraprese la stesura del saggio La Valle Santa – Rieti pubblicato a Firenze per i tipi dell’editore Vallecchi nel 1923.
Figlio cadetto del duca Alfonso Varano e della nobildonna Maria Napoleoni, laureato in Lettere presso la prestigiosa Università di Bologna con una tesi sui corali miniati della Biblioteca Piccolomini nel duomo di Siena, lo scrittore firmò la sua opera prima come Venanzio della Vergiliana: non uno pseudonimo, ma l’antico gentilizia derivato da uno dei feudi del Ferrarese.
Il testo, pervaso da un sincero sentimento religioso espresso con l’afflato lirico suggerito dall’adesione ai moduli dello spiritualismo d’inizio Novecento, descrive lenticolarmente i luoghi francescani della valle reatina, per la quale proprio Venanzio Varano coniò la felice locuzione di Valle Santa, non trascurando alcuno degli aspetti naturalistici, storico-artistici, etnografici, sulla scorta di una solida ricerca documentaria filtrata attraverso una raffinata osservazione.
Il risultato è stilisticamente pregevole, ricco di spunti di analisi, in una chiave di lettura originale ed efficace.
Lo scrittore mise così a punto un personale metodo d’indagine e di narrazione, replicato con successo nel 1930 con il saggio Svezia e Svedesi, autentico reportage di un viaggio verso i paesi del Nord Europa condotto un anno prima entrando in contatto con i più celebri esponenti della cultura artistica e letteraria della regione baltica.
La pubblicazione del volume dedicato ai luoghi francescani della valle reatina valse a Venanzio Varano la stima e l’apprezzamento del Venerabile Massimo Rinaldi, vescovo di Rieti in quel torno di anni, che lo volle nella redazione del Bollettino edito dalla Diocesi nella ricorrenza del VII centenario Francescano.
Alla morte prematura dello scrittore, avvenuta per un male incurabile, la madre volle onorarne la memoria affidando a padre Luigi Ziliani l’incarico di provvedere alla riedizione del testo, corredato da una sopraccoperta a colori che presenta in primo piano il monumento eretto a San Francesco sul sagrato settentrionale della cattedrale di Rieti, sullo sfondo lo scorcio di quella che grazie a Venanzio Varano della Vergiliana chiamiamo ancora Valle Santa.