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Il Cardo mariano

Avrete sicuramente già sentito dire “cardare la lana”: già nell’antica Roma infatti i lanaioli si erano accorti che gli spinosi capolini di questa pianta erano perfetti per pettinare la lana, ruolo che passa in secondo piano quando si conoscono le straordinarie proprietà di cui è dotato

Il Silybum marianum L. è una pianta originaria del Kashmire, coltivata per secoli in tutta Europa, dove poi è riuscita ad insediarsi allo stato spontaneo e diffusa in tutte le zone del mondo. Diffuso in Italia centrale e meridionale e nelle Isole, la sua presenza diventa più rara in Italia settentrionale.
Predilige crescere fra i ruderi, negli incolti, ai margini di campi abbandonati e ai bordi delle strade campestri, dal piano fino ai 1000 metri di altitudine.

Descrizione
Il Cardo mariano appartiene alla famiglia delle Asteraceae, è una pianta biennale, spinosa, priva di peli, la cui altezza può variare dai 30 ai 150 centimetri. La radice è robusta e ramificata, il fusto è eretto, striato, robusto e ramificato nella parte superiore. Le foglie sono di colore verde scuro e variegate di bianco, grandi, spinose, con margine ondulato. La fioritura avviene da maggio ad agosto e si manifesta dal secondo anno di età in poi con infiorescenze riunite in grandi capolini globosi all’apice dei fusti, di colore viola e solitarie. Il frutto è un achenio nero, lucente o marezzato di giallo, sormontato da un pappo breve a setole biancastre; radice fittonante, spessa.

Proprietà e utilizzi
Il Cardo mariano viene considerato tradizionalmente come un tonico epatico, che aumenta le secrezioni e il flusso di bile dal fegato e dalla cistifellea, ma altre azioni tradizionalmente associate ad esso sono quella galattogoga, colagoga e coleretica, epato-ristorativa, demulcente.
Nel 1968, un gruppo di studiosi ha condotto una ricerca riuscendo ad isolare tre composti epatoprotettivi che contengono: silibinina, silidianina e silicristina, note collettivamente con il nome di silimarina.
È un efficace antiossidante e il suo utilizzo risulta di importante aiuto nella cura di malattie come l’Epatite A, l’itterizia, ed in ogni situazione nella quale il fegato sia sotto stress come ad esempio chemioterapia, riuscendo a ridurre il danno potenziale al fegato e degli effetti collaterali del trattamento, nonché nella prevenzione e nel trattamento di alcuni tipi di cancro, come ad esempio quello al seno o alla prostata. Grazie a questa sua azione epatica trova inoltre impiego in moltissime ricette: i fiori infatti possono essere bolliti e consumati come carciofi, consigliato anche a chi soffre di problemi di pelle come eczema e psoriasi. Tradizionalmente il Cardo mariano veniva utilizzato per aumentare la produzione di latte materno e come tonico primaverile.
Il Cardo mariano inoltre può essere assunto sotto forma di capsule, da solo o in associazione ad altri principi attivi contenuti negli integratori, come estratto secco o estratto idroalcolico.

La Vergine e il Cardo mariano
La leggenda narra che la Vergine Maria, in viaggio verso l’Egitto, si fermò ad allattare il Bambino Gesù dietro a un grande cardo. Una goccia di latte le uscì dal seno e andò a bagnare una foglia, così che la pianta venne benedetta e venne chiamata cardo mariano, cioè proprio di Maria. Se osservate le foglie di questa pianta noterete che tra il colore verde appaiono delle striature che le fanno sembrare veramente bagnate dal latte.

A cura di Fabiano Ermini e Roberta Zirone dell’associazione Hortus Simplicium

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