È trascorsa una settimana dall’inaugurazione della terza edizione della Valle del Primo Presepe, e sono state già numerose le persone che hanno voluto prendere parte agli eventi e visitare le tante esposizioni.
Una grossa spinta – e non poteva essere altrimenti – è arrivata dalla visita ufficiale di papa Francesco a Greccio, luogo del primo presepe al mondo, dove il Pontefice ha voluto ribadire l’importanza dell’intuizione francescana, emanando il documento apostolico Admirabile signum, incentrato sul significato e il valore del presepe.
Dopo la splendida serata inaugurale che si è conclusa con il concerto di apertura presentato da Lorena Bianchetti, con Michele Zarrillo, suor Cristina e i ragazzi del Liceo Musicale di Rieti, sono state aperte tutte le installazioni presepiali site nei luoghi più significativi di Greccio e Rieti.
Sotto le volte di Palazzo Papale, attende i visitatori la seconda opera monumentale del maestro materano Francesco Artese, affiancata alla prima realizzata lo scorso anno. La scena vissuta da san Francesco a Greccio si affianca quest’anno a quella del Perdono ricevuto a Poggio Bustone: l’installazione Dal Perdono alla non violenza richiama la grazia e il perdono francescano e l’incontro di Francesco con il sultano, e in una sola settimana è stato visitato da oltre 4530 persone.
Dagli archi, i visitatori possono salire al piano superiore, nell’incantevole Salone Papale trecentesco dove il Poverello incontrò papa Onorio III: proprio al centro del grande spazio, conservato in una teca, è possibile ammirare fino al 6 gennaio un vero capolavoro di arte sacra: il seicentesco Presepe Antinori. Sono stati quasi 1440 i visitatori che in nemmeno una settimana si sono fermati ad ammirare gli straordinari dettagli delle figure sono scolpite a tutto tondo: gli abiti sono cuciti a mano, le rifiniture con trine al tombolo e fili di macramè, le mani l’una diversa dall’altra e i perfino i difetti fisici delle diciotto statue in mostra, appartenenti alla Provincia di San Bonaventura dei Frati Minori e custodite presso il convento di Sant’Antonio di Lanciano.
Tutt’intorno, i presepi della Nazione ospite di quest’anno, la Polonia, realizzati dall’Associazione Italiana Amici del Presepio, prezioso partner della manifestazione, in maggioranza realizzati in legno.
Buon riscontro anche per la Sala Mostre del Comune di Rieti, che dopo il successo dello scorso anno torna ad ospitare la video narrazione per bambini Francesco e la vera storia del presepe, con testi di Raffaella Pitz e illustrazioni di Lucia Ricciardi.
Poco più di cinquecento persone invece si sono già recate nell’Oratorio di San Pietro Martire e nel Chiostro della Beata Colomba, gentilmente e straordinariamente aperti al pubblico grazie alla Scuola Interforze NBC, dove sono esposti due splendidi presepi: quello napoletano messo a disposizione dalla famiglia Blasetti e il “Presepe Innevato” realizzato dall’AIAP, dove a dare asilo alla Sacra Famiglia è una stalla inserita in uno scenario di montagna, caratterizzato dalla neve e dalle tradizionali architetture che ancora oggi è possibile riscontrare sui nostri monti.
La collezione della famiglia Blasetti ha invece attraversato tre generazioni, le quali, conservandola con cura, hanno consentito anno dopo anno la realizzazione di presepi privati nell’abitazione della famiglia Blasetti. E ora le raffinate statue abbigliate di stoffa pregiata e finemente lavorataacquistate nei suoi viaggi a Napoli dall’ingegner Giuseppe Blasetti possono essere ammirate da tutti.
L’adiacente e imponente Chiesa di San Domenico ospita i coloratissimi presepi a tema musivo realizzati dalle scuole reatine, allineati alle pareti in un sorprendente caleidoscopio di creativa originalità: e sono già state quasi seicento le persone che hanno scleto di ammirarli.
Ma di esposizioni presepiali, la Valle del Primo Presepe ne comprende molte altre. Ne troverete ben due in Cattedrale, mentre i Bambinelli vi aspettano nella chiesa di Sant’Eusanio, l’icona bizantina a Sant’Agostino. E ci sono anche le arti e gli antichi mestieri sotto le volte, i laboratori di gessetto, le giornate con i Lego, il concerto finale, e molto altro!
Il 6 gennaio è ancora lontano, c’è tempo per immergersi nel presepe, parte del «dolce ed esigente processo di trasmissione della fede», come scrive papa Francesco nella sua Lettera. Dunque, «lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile».