Un altro importante tassello va ad aggiungersi al percorso che ci porterà alla terza edizione della Valle del Primo Presepe e ai grandi festeggiamenti che condurranno verso l’importante ricorrenza che si profila nel 2023: gli 800 anni dalla prima rappresentazione della Natività ricreata a Greccio da san Francesco.
E proprio il paese di Greccio, e la sua amministrazione comunale, sono stati i protagonisti della giornata di venerdì 20 settembre: al santuario francescano è stato infatti firmato il Protocollo d’Intesa tra la Diocesi di Rieti e il Comune per proseguire, congiuntamente e sinergicamente, il progetto di valorizzazione della «memoria scomoda», come l’ha definita il vescovo Domenico, del primo presepe al mondo.
Un’eredità importante, da custodire e riscoprire insieme e con iniziative lineari e comunitarie, al fine di valorizzare, divulgare e rivalutare gli aspetti religiosi, culturali, storici e turistici che la caratterizzano e la rendono unica al mondo. Greccio, con il suo sindaco Emiliano Fabi, si inserisce dunque nel solco già tracciato da Rieti, dove nei mesi scorsi era già stato firmato il protocollo quinquennale dal sindaco Antonio Cicchetti.
«L’intuizione del presepe di san Francesco – ha detto il sindaco Fabi – porta con sé un messaggio di pace, fratellanza e solidarietà. Dunque è particolarmente importante la sinergia e la collaborazione tra gli enti e con la popolazione, poiché l’iniziativa necessita degli sforzi di tutti per essere realizzato. Sono orgoglioso di rappresentare il Comune e la nostra comunità nella firma di questo importante Protocollo, come già fatto dal Comune di Rieti».
Un progetto condiviso dunque, a partire dal valore simbolico del presepe, «che parte da Greccio ma poi entra in tutte le case in tutte le famiglie, portando con sé la forza del suo valore, che muove questa iniziativa da promuovere e valutare», ha proseguito il sindaco, rimarcando con vigore la forza della collaborazione da parte di enti pubblici e privati, come ad esempio la Fondazione Varrone, che anche quest’anno ha scelto di investire concretamente sul progetto, ma anche sollecitando la popolazione stessa a collaborare e convergere verso un intento comune.
«Il tutto andrà in porto con successo solo se le persone comprenderanno le finalità e ci aiuteranno a portarlo avanti – ha proseguito il primo cittadino di Greccio -, lo chiedo umilimente proprio come lo chiese san Francesco al suo amico Giovanni Velita, pregandolo di diffondere la notizia in modo che la rappresentazione della Natività fosse un evento condiviso da tutti. Fin da subito inseriremo nella Valle del Primo Presepe i nostri eventi natalizi per seguire un filone coerente e coordinato che consenta di portare avanti un unico ambizioso e credibile obiettivo».
Molti gli eventi in programma nel borgo del primo presepe, e non esclusivamente concentrati nel periodo natalizio: concerti, raduni bandistici ed eventi culturali, nonché un primo importante segnale di «ritorno alla forma originaria del Mercato di Natale che quest’anno avrà una dimensione diversa, in linea con lo spirito francescano: si tornerà alla mostra mercato dell’oggettistica presepiale artigianale proprio per sottolineare anche simbolicamente quello che era il significato primordiale del presepe».
Una firma importante e consapevole, che traccia i confini del progetto ben al di là del proprio campanile. Un concetto rimarcato più volte anche da monsignor Pompili: «Nel nostro lavoro, già nella fase orginaria, nella scelta del nome del progetto, è stato volutamente necessario far ritrovare ai pellegrini non solo il nome di un paese, ma un intero territorio, un’intera Valle, sotto un’unica idea, andando oltre le proprie specifiche peculiarità, anzi condividendole a favore di un unico obiettivo».
«Ci avvviamo alla terza edizione della Valle ma dobbiamo darci come traguardo quello del 2023, degli 800 anni dal primo presepe – ha proseguito il vescovo – perché certo non si compiono passi importanti con uno schiocco di dita, ma occorre un consistente periodo di tempo. Greccio rappresenta all’interno dell’esperienza francescana un punto non ancora ben metabolizzato. Si è interpretato il gesto di Francesco in maniera spesso molto rigorosa, perfino radicale, è per questo che riscoprire la memoria scomoda del presepe vuol dire far sì che questa piccola località possa tornare ad esser conosciuta da molti, da coloro che di san Francesco conoscono l’immagine più dolciastra ed edulcorata, spesso alimentata anche dalla cinematografia: ma siamo molto lontani dal vero volto di Francesco, al di là della facili mitizzazioni che lo dipingono quasi come un esaltato, senz’altro uno sconosciuto».
Riconoscere come prima cosa il vero sguardo di Francesco, e il suo vero essere, è dunque il primo scopo del lavoro svolto promosso dalla Diocesi, che monsignor Pompili rimarca e sottolinea in tre effetti: la riscoperta del «tanto vituperato Medioevo, che invece caratterizza il nostro territorio in molte tracce, e ne è periodo d’oro», l’aiuto a ritessere l’anello del Cammino di Francesco e la sua proprosta all’interno dei quattro santuari, «occasione da non disperdere per riscoprire il percorso di Francesco da Assisi a Roma», e in ultimo l’aiuto che questa iniziativa può darci nel fare sistema, «fare rete insieme e superare gli individualismi».
Nel corso della mattinata, dopo la firma del Protocollo, il polistrumentista ed etnomusicologo Erasmo Treglia ha presentato il progetto culturale “Il passo umile e lieto”, una serie di occasioni culturali, musicali e teatrali di alto livello spalmate su tutto il territorio della Valle Santa, in partenza il prossimo 20 ottobre nella chiesa di San Domenico a Rieti per poi proseguire fino a marzo 2020.
«Vuole essere un contributo alla Valle del Primo Presepe – ha detto Treglia – poichè l’idea è nata proprio qui l’anno scorso: abbiamo suonato nella grotta di questo santuario a dicembre, e poi a gennaio abbiamo tenuto un concerto a Betlemme. Da questa concomitanza è venuta fuori l’idea del direttore artistico Davide Rondoni, e da qui il proposito di sviluppare la figura del monaco, con la convinzione che intorno al monachesimo potesse ruotare una serie di spettacoli, e con l’intento anche di celebrare l’anniversario del miracoloso evento del 1219: l’incontro del Sultano con Francesco, e dunque l’incontro tra due fedi, due mondi diversi».
Gli eventi in programma saranno dodici, e comprenderanno parti parlate e parti musicali, alla presenza di nomi come Simone Cristicchi, Peppe Servillo, il Coro dell’Oratorio San Filippo Neri, Wael Eissa Farouq e Pejman Tadayon: spettacoli originali e particolari, con l’intenzione di raccontare, proprio in memoria dell’incontro con il Sultano, anche il mondo arabo, le sue sonorità e i suoi echi.
«Sono felice di presentare questo progetto proprio qui – ha concluso il musicista – perchè qui è nata l’idea, e qui è nato tutto».
Il programma degli eventi della rassegna “Il passo umile e lieto” sarà reso pubblico integralmente non appena tutte le date saranno confermate, mentre il progetto La Valle del Primo Presepe avrà ufficialmente inizio il prossimo 30 novembre.